Senza attenuanti e scuse di qualsiasi tipo. Sarebbe facile individuare le ragioni di una sconfitta nella mancanza dei due centrali di difesa o nella giornata storta di molti uomini, ma la prestazione indecorosa di tutta la squadra, eccezion fatta per Fabinho, non ammette repliche. Se altre volte, con convinzione, abbiamo giustificato qualche risultato non equo, invocando la mano arbitrale, con altrettanta convinzione, oggi, affermiamo che contro il Pisa, solo la dabbenaggine dei biancorossi, la sufficienza in certi controlli di palla e la poca determinazione sotto rete, sono la causa di una bruciante, quanto meritata sconfitta. Prendere gol su una palla crossata in area del portiere, in due contro il pur alto Arma, è da polli. Comotto farebbe bene ad interrogarsi su cosa vuol fare da grande, e se ha intenzione di giocare su questi livelli per molto tempo ancora. In due gare ne ha fatte di cotte e di crude e non è un buon esempio per i giovani. Daffara, in parte Sini, Moscati, Eusepi, non sembrano aver capito dove giocano e qual è l’obiettivo da raggiungere. Filipe, Nicco e in parte lo stesso Vitofrancesco, ieri, non hanno dato l’impressione di essere un centrocampo da B. Discorso a parte per Mazzeo che è solo l’ombra di se stesso e che forse al momento merita di stare fuori squadra. Camminare per il campo e pretendere il pallone sui piedi o, come a Grosseto, nell’occasione del rigore, strapparlo ad un compagno, non è da Perugia. E Perugia ha la memoria lunga! Stillo, da rivedere, ma la sconfitta non po’ essere attribuita a lui, anche se nell’area piccola il portiere si deve far sentire. Dicara non pervenuto. Ieri, brutta copia di Camplone, non ha cavato un ragno da un buco, perdendo una gara al secondo tiro verso la porta di Stillo. Stessi problemi di sempre: al primo errore gli avversari segnano, mentre il Grifo stenta a buttarla dentro. Questione di testa? Equivoci tattici? O più semplicemente rosa sopravvalutata? Molta tecnica (ma fino a quanto, poi?) ma poco cuore, poca cattiveria, poca grinta, mai “gli occhi della tigre” in nessuno sguardo. Si salva solo Fabinho. Davvero poca cosa per aspirare alla B. Ritiro? Bah! Forse servirebbe, ma forse servirebbe tirare fuori le “palle” che al momento non sembrano avere né i giocatori, né i tecnici (che speriamo sappiano gestire qualche problema di spogliatoio che sembra esista tra senatori e gregari). Confidiamo in Massimiliano Santopadre, l’unico sul quale siamo pronti a scommettere convinti che sia l’unico ad avere gli attributi e la determinazione necessaria per venire a capo di una situazione che alla vigilia del campionato nessuno poteva immaginare. Che si faccia sentire o che minacci di cacciarli tutti. Tanto peggio di così non poteva cominciare.