E' stata una partita ben giocata dal Perugia come gli riesce sempre in trasferta, per caratteristiche dei singoli e del modulo, giocare di rimessa crea le migliori condizioni per esprimersi ad alti livelli, peccato che poi in fase di finalizzazione paghiamo dazio sempre, in casa e fuori, ma per una squadra che deve salvarsi va bene così, se riuscissimo anche a segnare con continuità, si dovrebbe parlare di altri obiettivi. Alvini è molto bravo a preparare questo tipo di partite sia a livello tattico che mentale, mi piace l'applicazione e la concentrazione che i giocatori mettono per tutti i 90 minuti, segno che c'è un lavoro fatto durante la settimana, la squadra sta crescendo anche se alcuni giocatori come Lisi ad esempio, mi sembrano un po' in debito di ossigeno, adesso la sosta e poi la verifica con il Brescia che ci dirà se in casa con squadre di livello, riusciremo a ripeterci come facciamo in trasferta.

Io giocherei con una punta sola, De Luca il primo tempo e Matos nella ripresa e due trequartisti di cui uno può essere anche atipico.

Neanche il Real Madrid si puo' permettere di cambiare 6 titolari ogni 3 giorni, sopratutto a centrocampo il cuore nevralgico di ogni squadra. Per me questo è stato un errore, poi restano i limiti tecnici di una squadra che mette cuore e gamba ma che fatica a trovare occasioni da gol in casa dove è spesso chiamata a costruire dal basso e se la costruzione è lenta e gli esterni non saltano l'uomo, gli avversari ti possono concedere solo tiri da fuori. Ieri abbiamo incontrato la squadra piu' scarsa vista fino ad oggi, la difesa dell'Alessandria è imbarazzante al di la del regalo fatto a De Luca e non essere riusciti a segnare non è un buon segnale per il futuro al Curi. Brutto il gesto di consegnare la fascia da capitano al bravo Curado che era forse alla terza apparizione con la maglia del Perugia, se proprio non volevano darla a Rosi, avrebbero potuto farla da furbi nominando ad esempio Sgarbi che ha una militanza degna dei galloni ma ormai siamo abituati a simili scivoloni di tatto e di intelligenza. Domenica andremo a Benevento contro un avversario forte, guidato da un allenatore capace che ha il dente avvelenato, se giochiamo così abbiamo poche speranze di uscire indenni.

Il Perugia in questo momento si trova in una posizione di classifica che rispecchia gli obiettivi prefissati dalla società, sarebbe salvo trovandosi fra color che son sospesi a 8 punti. Ci è arrivato con alcune prestazioni buone e altre non buone, su tutte quelle casalinghe con Ascoli e Cosenza, ma il campionato è ancora lungo e i conti si faranno alla fine come sempre. Come ha giustamente detto lo stesso Alvini in conferenza non è tempo di prendere meriti perchè ancora non si sono conquistati sul campo, oggi sarà una prova di maturità importante contro l'Alessandria, vediamo se saremo capaci di dare continuità ai risultati, cosa importante nel calcio al di la di moduli e schemi. Su Alvini io sono stato e resto scettico perchè il curriculum fino ad oggi dice questo, ha vinto a Quarrata e con il Tuttocuoio ma ha perso a Reggio Emilia, poi gli dico bravo come mercoledì a Cremona quando le indovina tutte e si mette nel taschino Pecchia che invece non ne ha azzeccata nessuna, ma lo aspetto oggi per la prova del nove, sperando di dirgli ancora bravo.

Razze? Non esistono razze, nemmeno fra i tifosi. Cerchiamo di non dire idiozie se possibile.

Ieri al di la della prova maiuscola di tutta la squadra capace di soffrire tutto il secondo tempo in 10, c'è da dire che Pecchia ha fatto di tutto per cercare di perdere la partita inserendo una serie infinita di punte e mezze punte che hanno finito per sbattere contro il muro eretto da Alvini a difesa di Chichizola. Ha tolto anche Castagnetti, il cervello del centrocampo, un giocatore che io non toglierei mai e si è ritrovato a prendere il terzo gol con un trequartista a difendere e pareva che Kouan e Mitos infilassero il burro. Questo per dire che non serve far giocare 8 punte per vincere una partita, ma occorre invece una solida organizzazione fatta di equilibri fra i reparti, cosa che ieri per il Perugia è stata determinante. Ottima prova di tutti ma Kouan e Curado sono da citare e ci metterei anche Mitos che ha sostenuto l'attacco tutta la partita, forse meno appariscente ma fondamentale per questa vittoria importantissima. Come è duro il torrone in una sera di fine estate!

Leggevo un'intervista rilasciata da Alvini quando allenava la Pisoiese che, fra l'altro, aveva detto che sarebbe andata in serie A in tre anni e così si spiega la piena sintonia con il pensiero santopadriano. Il giornalista faceva notare al tecnico lo scarso numero di gol segnati in relazione alla mole di azioni proposte con la conseguenza che poi le vittorie faticavano ad arrivare. Evidentemente è una costante del modulo di Alvini che si ripete anche a Perugia.

Ormai si sa che santopadre vive alla giornata, non investe ne nella squadra, ne tantomeno nelle strutture, sta a Perugia per lavoro e lucra solamente. Ditemi voi se dopo 7 anni di contributi presi dalla lega di serie B, quest'anno siamo a lottare con il coltello fra i denti per salvarci e  non oso pensare al prossimo. Stiamo facendo il percorso del gambero e siamo quasi arrivati a destinazione, il futuro se va bene sarà terza serie, se va male i libri in tribunale.

Mercoledì sera, ormai non si capisce più niente

La partita con il Cosenza ha mostrato i limiti della squadra e del modulo nel senso che Alvini finora ha dimostrato di voler giocare in un solo modo e quando gli avversari ti prendono le misure e il caldo non ti permette di alzare i giri del motore come richiede il 4 3 1 2, allora si rischia di non portare a casa il risultato. Kouan trequartista puo' andare bene contro squadre forti che tendono a tenere il pallino del gioco partendo dal basso, risulta un pesce fuor d'acqua se invece deve inventare l'ultimo passaggio, non avendo la qualità per farlo, così come è emerso che il punto debole del Perugia sono gli esterni che se imbrigliati non hanno la capacità di creare superiorità saltando l'uomo sullo stretto e difettano in fase di copertura per vari motivi. Il discorso della punta centrale poi è annoso ormai, noi ne abbiamo due che ieri non hanno giocato, De Luca era in panchina, quindi disponibile, pertanto andava messo alla fine per tentare qualche spizzata in area e invece non siamo stati capaci di tirare mai in porta con l'uomo in piu'. Adesso speriamo in una prova di orgoglio contro una squadra piu' forte del Perugia come la Cremonese, mi preoccupa il calo fisico vistoso di tutta la squadra vedremo, ma non dimentichiamo l'obiettivo salvezza, siamo una squadra attrezzata per giocarci la salvezza ma non sara' facile. 

Al di la della formazione domani occorrera' stare attenti alle ripartenze del Cosenza, memori della partita con l'Ascoli. Caso e Gori sono una coppia di attaccanti veloce, molto ben assortita e particolarmente affiatata, contro il Vicenza mi hanno impressionato e hanno tagliato il campo con grande velocità e la nostra difesa è un po' troppo statica, speriamo che Alvini abbia studiato qualcosa.

Ubi pus ibi evacua!

In bocca al lupo Marco, domani passa tutto e poi torni in pista più in forma di prima. È solo un tagliando.

Nella pochezza delle risorse economiche a disposizione di Giannitti, credo che abbia operato con grande sagacia prelevando un giovane (De Luca) che ha le potenzialità per esplodere e Matos che tecnicamente è forte ,ha esperienza anche in serie A e può aiutarlo a crescere e segnare i gol che ci servono per salvarci. Anche gli innesti a centrocampo possono segnare a differenza di quelli che avevamo.

Non c'è niente di culturale nelle conferenze degli allenatori e trovo quindi inutile cercare di caricare le risposte alle domande di simili significati. In generale gli allenatori in tali circostanze tendono a deviare le domande tattiche, c'è chi ci riesce meglio e chi invece fa piu' fatica, Bisoli ad esempio era in perenne difficoltà, Cosmi invece con il suo carisma e la sua filosofia era bravissimo a trovare spunti diversi dalle domande dei giornalisti, Alvini tende a far concentrare chi ascolta sulle tematiche del lavoro, del sacrificio eccetera. Resta di fondo la volontà di non esporsi, se ricordate, l'unico che si presentò la prima volta in conferenza snocciolando la formazione, poi non lo fece piu', mi pare fosse Nesta all'esordio.