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L'analisi di F. Orlandi di SportPerugia

Aperto da Marco Casavecchia, 14 Dicembre 2021, 10:37:00

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Marco Casavecchia

Da SportPerugia.it
A cura di F. Orlandi, tecnico Giovanili Montemorcino

Gli allenatori sono da sempre divisi sommariamente in due categorie: quelli che giocano per segnare una rete in più dell'avversario (purtroppo sono sempre meno) e quelli che mettono in campo la propria squadra per non subire e sfruttare le ripartenze.

Oggi il confine tra questi due modi di vedere il calcio è sempre più sottile: l'aggressività e la seconda palla sono elementi determinanti sempre e comunque.

Ci sono tuttavia allenatori come Italiano, Dionigi, De Zerbi, il nuovo che avanza, che rappresentano il meglio in termini di idee, di proposta di gioco, di qualità di soluzioni dei tecnici italiani, oltre ovviamente a Gasperini, ormai assimilabile da anni ad una miniera d'oro per i proprietari dell'Atalanta.

E' ovvio che questi allenatori, come ha giustamente sottolineato il croato Tudor in una recente intervista, faticherebbero ad allenare campioni affermati, in quanto la qualità e la quantità degli allenamenti diventa essenziale per poter poi replicare la prestazione in partita.

Più facile allenare i giovani, affamati e desiderosi di emergere e quindi più facilmente plasmabili alle esigenze tecnico/tattiche del proprio mister e quindi della squadra.

Massimiliano Alvini è stato presentato come un allenatore dal gioco offensivo e propositivo.

E' evidente come in realtà le caratteristiche del tecnico toscano siano tutt'altre: aggressività per sporcare il gioco degli avversari, studio a fondo delle qualità dell'altra squadra, cura minuziosa della fase difensiva (diagonali, coperture preventive, transizioni negative), possesso palla spesso sterile e poco verticale.

Ormai tutte le partite del Grifo hanno più o meno lo stesso cliché e i numeri non possono che confermare questa affermazione: 8 gare pareggiate (il Perugia è la seconda squadra per numero di pareggi) e 15 reti subite (la seconda miglior difesa dopo il Pisa) a fronte però solo di 19 reti segnate.

Va sottolineato come questo non sia un demerito, ma una caratteristica: Alvini è riuscito ad organizzare bene la squadra in fase di non possesso, ma è chiaro che per vincere determinate partite serve qualcosa di più in fase di costruzione, per far si che alcuni di quei pareggi citati prima diventino vittorie.


E non è escluso (anzi.....) che il tecnico toscano in cuor suo pensi che se avesse avuto una maggiore qualità offensiva o sulla trequarti (i giocatori bravi davanti costano) la posizione del Grifo sarebbe potuta essere ben diversa.

Fa tuttavia sorridere ascoltare Alvini che sia rammaricato dal fatto di non aver vinto la gara di ieri: difficile fare due reti con un solo tiro in porta in tutta la gara.

Risultato giusto in realtà al termine di una gara complessivamente bruttina, con tanti errori tecnici da entrambe le squadre.

Per quanto concerne i grifoni, buonissima prestazione del trio difensivo, sempre attento e compatto, male il centrocampo, ove Segre è incappato in una giornata no, mentre Kouan continua ad essere irriconoscibile (il ragazzo paga il cambio di ruolo e/o le pseudo voci di mercato del suo procuratore); buoni i movimenti di Matos, specialmente il primo tempo, mentre De Luca si è visto una sola volta dove, con un movimento da centravanti vero, ha spedito la palla sopra la traversa.

Deludentissimo il Parma, che è sembrato un'accozzaglia di giocatori in mezzo al campo, lontani dal concetto di squadra, lontani dall'avere la mentalità necessaria in questa categoria. Evidentissime le difficoltà, prima di Maresca ora di Iachini, di far capire a questi fior di giocatori come si gioca in serie B.

Ecco perché la cosa più rassicurante del Grifo, come sempre sottolineato in questa rubrica, è l'atteggiamento, la voglia di mantenere la categoria, lo spirito di squadra, la voglia di non voler più deludere nessuno, dopo quello che è successo due anni fa.

Ecco perché la presenza di Angella, Rosi, Falzerano, Sgarbi rappresenta una certezza per chiunque sieda sulla panchina del Perugia.

Fabio Orlandi
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi

Marco Casavecchia

#1
Io non ho né patentini, né mai allenato, ma le cose che afferma Orlandi le dico da tempo e la sua analisi mi sembra inattaccabile. La partita con il Parma si sarebbe potuta vincere, ma anche perdere. Buffon non ha fatto una parata (forse una su tiro di Ferrarini) e l'unica occasione di andare in gol l'ha avuta De Luca che ha calciato sopra la traversa. Chichizola qualche gatta da pelare l'ha avuta (una se l'è anche cercata con una chichizolata delle sue). Il Grifo ha ampiamente meritato il pareggio e dimostrato di essere (al momento) superiore al Parma. Ma per vincere le partite non si può pensare di segnare solo su calci piazzati con i difensori o con qualche ripartenza, transizione o contropiede (la zuppa è quella). Nel Grifo le punte segnano pochissimo, i centrocampisti quasi per nulla. Con queste premesse vincere resta arduo e spesso i gol arrivano per grazia ricevuta (rigore col Brescia e Pisa, palle perse con Crotone e Cittadella). Non a caso le partite migliori il Grifo seguita a giocarle fuori casa.
Solo chi attraversa il deserto, raggiunge l'oasi